al Convegno di SAINT-Vincent
16-17-18-19 Settembre 1976
“Per il Rinnovamento nella Democrazia “
Al GIUGNO 2013
Il 1976 partecipai al Convegno di Studi organizzato da Donat Cattin che rappresentava l’appuntamento annuale ed apriva la stagione politica dell’autunno. Nel Convegno del ’76 si dibattevano i temi :
- della crisi della politica di centro-sinistra ;
- delle questioni relative alla crisi strutturale della nostra economia ;
- della trasformazione della società ;
- della partecipazione alle riforme specie quella della scuola e sanitaria.
Oggi Giugno 2013 non ci si allontana da quelle indicazioni e, come ieri, siamo costretti , per una imposizione del peggiore doroteismo-politico, a domandarci sfiduciati :
- dove va la società italiana ;
- in che modo si possono evitare da un lato le tentazioni del perenne trasformismo politico e dall’altro i pericoli gravi del berlusconismo ;
- quali rapporti occorre stabilire con le forze della società civile e della sinistra politica perché questo PD non continui a navigare nelle putride acque della mistificazione politica ;
- in quale modo si può realmente rinnovare la politica italiana perché possa esprimere in modo pieno le esigenze della società.
Sorge allora naturale la domanda se questo PD, fatto da un coacervo di interessi che neanche la vecchia DC dorotea incarnava, sia ancora in grado di dare risposte agli interrogativi che il 1976 il Convegno di Saint-Vincent si poneva e che oggi riemergono con una peggiore rappresentatività ,oppure la gestione del potere e l’involuzione di questi ultimi decenni lo ha portato a diventare il “ partito della casta” che non guarda al di là delle sue frontiere, che non sente il dovere della solidarietà con la società civile e le stesse formazioni politiche di sinistra, che si rinchiude in una visione miope della sua funzione politica dalla quale abdica per sottomettersi alla politica berlusconiana.
Questo PD tocca, ormai, il fondo del suo declino , diventato una specie di residuato bellico che ha gestito il “suo” potere fin che il potere stesso lo ha assistito ma incapace di esprimere - anche attraverso quel potere conquistato dalla presenza di un Romano Prodi , costantemente combattuto, - una linea politica riformatrice.
Oggi questo “ governo Alfano-Letta “ rappresenta il peggiore “inciucio” che sopravvive in funzione di un rinascente “ manuale cencelli “ tanto caro ai due ex-democristiani che rifiutano di capire che si diventa partito di governo non quando si hanno in mano i ministeri ma quando si sanno indicare i traguardi, gli obiettivi che possono essere condivisi dalla grande maggioranza di un popolo, quando si è capace di battersi per il miglioramento della società, per difendere la giustizia , per affermare la dignità dell’uomo, per cambiare le strutture economiche , per ricostruire nei giovani la speranza del futuro.
Un PD, con il tipo di iniziativa politica che attraverso i suoi uomini esprime nel governo del Paese, sarebbe tutto da costruire perché non è sufficiente limitarsi a cambiare gli organigrammi delle cariche interne se poi, per la gestione del potere, si riduce a “valvassino” di un abominevole berlusconismo.
Un PD che ha stabilito la propria strategia politica oscillando più secondo una logica di potere che secondo una ricerca di linea politica riformatrice è destinato ad “ impazzire “ progressivamente anziché a fornire risposte politiche positive.
Un processo di trasformazione della società , garantendo le libertà attraverso il metodo del consenso, non può che avvenire solo attraverso l’incontro di forze politiche “omogenee”che certamente questo governo Alfano-Letta non rappresenta. Potrà anche realizzarsi la sfida-Letta “di governare per cinque anni” ma è una sfida figlia della peggiore cultura dorotea : degli inciuci e del manuale cencelli, che oggi si riafferma attraverso il bi-nomio Alfano-Letta o meglio PD – Berlusconi o ancor meglio Berlusconi-PD, e che porterà all’annientamento dello stesso PD. E’ la cultura che abbiamo conosciuto , prima ancora che entrasse nella DC il binomio Alfano-Letta , che loro hanno ereditato in toto ma che noi abbiano combattuto con forza e determinazione e che oggi ci spinge a sollecitare tanti amici a guardare oltre questo PD.
O no ?
Sergio Scarpino